La Chiesa di Santa Lucia alla Badia, con il monastero annesso, fu interamente distrutta dal terremoto del 1693. Della vecchia chiesa si conosce ben poco, alcune fonti ne attribuiscono la costruzione (o il miglioramento) nel XV secolo per volere della regina Isabella, moglie di Ferdinando di Castiglia, sul luogo in cui fu violentata la Santa. Dopo solo due anni dal terremoto la chiesa venne sottoposta a ricostruzione seguendo lo stile barocco che caratterizzava il periodo.
L’architetto Luciano Caracciolo progettò e diresse i lavori terminati nel 1703. Le monache desideravano una chiesa più ampia della precedente e con una valenza simbolica maggiore sulla piazza che era il centro della vita religiosa e politica di Ortigia. Per questo fecero spostare l’ingresso della chiesa dalla Via Picherali alla piazza, i due fianchi della chiesa si trovavano così a ponente, scendendo verso la Fontana Aretusa, e a levante, dentro la clausura del monastero; l’altare maggiore e la cappella verso mezzogiorno.
Il prospetto attuale, alto 25 metri, presenta due ordini separati dalla balconata in ferro battuto che ne percorre tutta la larghezza. Il portale è incorniciato da due colonne tortili e dal timpano con i simboli del martirio di Santa Lucia; ai lati del portale vi sono le cornici contenenti gli stemmi dei reali di Spagna. L’ordine superiore è ispirato allo stile rococò. Sulla sommità vi è un frastagliato frontone con teste di putti e la croce, attualmente rimossa in quanto pericolante.
La pianta della Chiesa di Santa Lucia alla Badia è costituita da un’unica ampia navata rettangolare, chiusa dal presbiterio sormontato da una cupola. La navata è cadenzata sulle pareti laterali da 12 pilastri sporgenti nei quali si inseriscono quattro altari barocchi ed è decorata da stucchi; l’abside è una sala ottagonale, ampia quanto la navata, al centro della quale è sistemato l’altare.
Da una porta sulla sinistra dell’ingresso alla chiesa si accede ad una saletta circolare, il Parlatorio delle monache, in stile neoclassico, con un bel pavimento (in parte settecentesco) in maiolica dipinta a mano. Nella circonferenza del muro si aprono le grate, dietro le quali le monache, recluse a vita, potevano conversare coi parenti in visita.
Nel 1783 la chiesa venne abbellita da un grande affresco raffigurante il miracolo di Santa Lucia del 1646. Si racconta che durante la carestia di quell’anno, mentre i fedeli erano riuniti in chiesa per rivolgere preghiere di aiuto alla Santa, una colomba si posò sul trono vescovile e in quello stesso momento giunse la notizia dell’arrivo di una nave colma di provviste. Da allora, ogni anno, la prima domenica di maggio si celebra “Santa Lucia delle Quaglie”; il nome deriva dall’usanza delle monache di liberare in volo colombe e quaglie durante la festa.
La Chiesa di Santa Lucia alla Badia ospita il “Seppellimento di Santa Lucia”, una delle ultime opere dipinte da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) prima della prematura scomparsa avvenuta soltanto due anni dopo il soggiorno siracusano.
Il dipinto è stato a lungo esposto nel museo di Palazzo Bellomo e poi presso la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro prima di essere trasferito, nel 2009, nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia.
Caravaggio si trovava a Siracusa durante gli anni di fuga successivi all’uccisione di un rivale nel corso di un duello avvenuto a Roma il 28 maggio del 1606. La condanna a morte per decapitazione che ne era seguita aveva spinto Caravaggio a cercare protezione anche nella lontanissima isola di Malta, dove poteva contare sull’appoggio dell’Ordine di Malta che lo investì della carica di “cavaliere di grazia”. Ma anche a Malta Caravaggio aveva avuto dei problemi con la giustizia ed era stato arrestato. Riuscito ad evadere dal carcere della Valletta, andò a rifugiarsi a Siracusa e in seguito venne espulso dall’Ordine perché considerato “membro fetido e putrido”.
A Siracusa Caravaggio poteva contare sulla protezione dell’amico pittore Mario Minniti e probabilmente per sua intercessione ottenne di poter lavorare per il Senato della città che gli commissionò il “Seppellimento di Santa Lucia” destinato all’altare maggiore della chiesa di Santa Lucia al Sepolcro. A Siracusa però Caravaggio non si sentiva molto al sicuro data la breve distanza da Malta. Così sul finire del 1608, accompagnato dall’amico Mario, andò a Messina e successivamente a Napoli. Arrivatagli da Roma la notizia che papa Paolo V stava preparando una revoca della condanna a morte, nel luglio 1610 Caravaggio si mise in viaggio verso Roma, destinazione che non riuscì mai a raggiungere poiché morì nell’Argentario il 18 luglio 1610.
Nel Seppellimento di santa Lucia, Caravaggio non ritrae, come era generalmente in uso, il momento del martirio della santa; egli rappresenta, invece, il seppellimento. Il punto di vista dello spettatore è al livello del suolo, dove è adagiato il corpo della martire. Tutto è sospeso, lento; il gruppo di personaggi sulla destra assiste alla scena, ma è sulla sinistra il fulcro della composizione, dove le due enormi figure dei seppellitori, lentamente, scavano la fossa e servono per concentrare lo sguardo dello spettatore sul volto della morta. Il doloroso avvenimento si svolge nella parte bassa ed i personaggi sono sovrastati da un immenso spazio vuoto, desolante, forse un riferimento alle ambienti sotterranei e bui delle catacombe sottostanti la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro per la quale il dipinto fu eseguito. La santa presenta una ferita da taglio sul collo, ma se si osserva da vicino la trama della pittura, la testa inizialmente appariva staccata. È nota l’ossessione del Caravaggio per il tema della decapitazione e l’incubo di finire giustiziato. Sono infatti innumerevoli le opere che hanno per soggetto personaggi storici col capo mozzato, come le diverse stesure di Davide con la testa di Golia o le Salomè con la testa del Battista.
ORARI DI APERTURA E PREZZI PER LE VISITE
Località: Via Santa Lucia alla Badia, 2 – Isola di Ortigia – Siracusa
Contatti.: +39 0931 65328 – Curia Arcivescovile di Siracusa
INGRESSO GRATUITO
ORARI DI APERTURA: Dal martedì alla domenica, dalle ore 11.00 alle ore 16.00
Chiuso il lunedì