Fu chiamata l’Età dell’oro, l’epoca quella di Ottaviano Augusto, fondatore dell’Impero Romano che fece sentire i suoi influssi soprattutto in Sicilia.
A Siracusa, durante l’insediamento di una colonia romana nel quartiere Acradina della Siracusa antica, per molti anni si parlò sia il greco che il latino, ma la romanizzazione avveniva in maniera inesorabile anche se lenta.
Così anche il culto fu romanizzato, difatti vennero modificati i monumenti già esistenti rendendoli più conformi alle nuove esigenze.
Vennero eretti nuovi edifici religiosi e civili.
L’ Anfiteatro Romano forse iniziato sotto il regno di Nerone (imperatore romano) venne costruito tra la seconda metà del II° ed il IV° Secolo d.C. ma per anni rimase sotterrato e fu riportato alla luce solo nel 1839 dal duca di Serradifalco (Letterato, architetto, studioso dell’archeologia e dell’architettura siciliana).
Questo Anfiteatro viene superato per dimensioni solo dal Colosseo di Roma
(187,5×156,5 m), ed è addirittura più grande dell’Arena di Verona (152×123 m
Misura esternamente 140×119 metri, internamente invece le sue dimensioni sono di 70×40 metri, presentando una forma ellittica.
La cavea (gradinata per gli spettatori) è scavata in parte nella roccia del Colle Temenite (roccia naturale sulla quale si basa l’intero Parco Archeologico) ed in parte formata da blocchi che furono utilizzati successivamente dagli Spagnoli per fortificare la città di Siracusa, infatti, le spoliazioni spagnole del Cinquecento hanno completamente distrutto la parte sopraelevata di questo Anfiteatro.
Le pareti presentavano una tonalità rosso porpora, tutt’oggi, in alcune parti, è ancora visibile qualche traccia di pigmentazione rossa.
Dunque, originariamente, la costruzione dell’Anfiteatro era strutturata su 3 livelli.
Al primo: l’area soprannominata IBLA, dove vi prendeva posto l’ alta aristocrazia.
Al secondo: la MEDIA, questa zona era riservata alla borghesia.
Al terzo ed ultimo livello: la SUMMA, qui è dove sedeva il popolo.
L’Anfiteatro presenta una struttura suddivisa in settori formati da scale.
Queste gradinate erano ricoperte da lastre di marmo, per evitare il deterioramento della roccia su cui erano scavati.
Al centro possiamo notare uno scavo rettangolare, considerato una sorta di vasca di riempimento, quest’ultima serviva per ripulire velocemente l’arena dopo i combattimenti tra gladiatori (lottatori dell’antica Roma, per lo più schiavi) e le belve, e si narra che sia stata anche utilizzata per essere allagata durante gli spettacoli di battaglie navali per poi essere prosciugata.
La vasca era collegata ad un serbatoio di acqua chiamato “Piscina Romana”, posto sotto la chiesa di S. Nicolò che si trova all’ingresso del Parco Archeologico, questo serbatoio, a sua volta, raccoglieva l’acqua da una sorgente posta nei pressi di Scala Greca (oggi ingresso nord della città).
Sopra il corridoio, vi sono ancora blocchi di balaustre (elemento di protezione, che serve ad evitare la caduta) che presentano dei nomi incisi, probabilmente, quelli dei personaggi ai quali erano riservati i posti.
Sotto la gradinata vi è un corridoio dove si trovano diversi ingressi all’arena ma l’ingresso principale era posto a Sud, sull’attuale Viale Paolo Orsi.
E’ tuttavia possibile che vi fosse una sorta di ingresso monumentale nell’area antistante l’accesso Sud all’Anfiteatro, e che questo “ingresso” fosse l’odierno Arco augusteo di Siracusa.
(Per augusteo si intende il periodo storico-politico-letterario che va dalla II° metà del I° sec. a.C. al 14 d.C. e finisce con la morte di Augusto Ottaviano).
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