“Ruderi di un edificio, con gradinate e gallerie sotterranee, chiamati la Casa di Agatocle di sessanta letti” – Così descritti nel 1883 da Cavallari i rinvenimenti catalogati nel sito che oggi purtroppo è nascosto sotto le fondamenta di un palazzo condominiale al n° 96 di via Pasubio nel quartiere Borgata a pochi passi da Ortigia.
Successivamente, nel 1925, l’archeologo Paolo Orsi, in un capitolo sulle necropoli greche del VII-VI secolo sulla balza di Akradina ritorna a parlare di un sito, quasi del tutto sconosciuto anche a molti addetti ai lavori, scrivendo: “la così detta Casa dei sessanta letti, a Santa Lucia, che fino ad un decennio addietro era in aperta campagna, è una misteriosa costruzione piuttosto romana che ellenica; a me pare si tratti di una officina, nella quale si installò nei tempi della decadenza un sepolcro cristiano. Ma facendosi dei riadattamenti mi venne fatto di notarvi recentemente un dato di molto peso; e cioè negli strati profondi una tomba arcaica scavata nella roccia e che miracolosamente conserva ancora alcuni dei caratteristici chiodi in bronzo. Abbiamo così un altro caposaldo, forse il limite meridionale della necropoli arcaica, la cui estensione venne così ad accrescersi sensibilmente, e doveva contenere parecchie e parecchie centinaia di sepolcri”.
Quei ruderi che tanto entusiasmo dovettero suscitare dapprima sul Cavallari, al punto da individuarne l’ubicazione della fastosa reggia del Tiranno Agatocle (da qui l’attributo di “Casa dei sessanta letti”) e quindi in Paolo Orsi che avendo effettuato studi più approfonditi ne identificò la preesistente destinazione sepolcrale (VII – VI secolo a.C.) e successivamente (quindi dopo il IV secolo, epoca in cui verosimilmente Agatocle spadroneggiava non soltanto a Siracusa ma in tutta l’area mediterranea) il riutilizzo in epoca romana.
LA CASA DEI SESSANTA LETTI PURTROPPO NON E’ VISITABILE.
